Giudice Vincenzo

Vincenzo Giudice
Immagine: Gruppo delle medaglie d'oro al vm
Nome: Vincenzo
Cognome: Giudice
Luogo di nascita: Eboli
Provincia/stato: Salerno
Data di nascita: 24/03/1891
Luogo di morte: Bergiola Foscalina
Provincia/Stato morte: Carrara
Data di morte: 16/09/1944
Ramo di Azione cattolica:

Sommario

Note biografiche

Vincenzo Giudice nacque a Eboli, in provincia di Salerno, il 24 marzo del 1891 da una famiglia di antica tradizione aristocratica che tra i suoi capostipiti poteva vantare, tra gli altri, il magistrato Antonio Giudice, senatore del Regno nella XVII legislatura. Cresciuto in un ambiente imperniato di profonda religiosità, fin da ragazzo G. si avvicinò agli ambienti dell’associazionismo militante e ben presto decise di dedicarsi alla partecipazione attiva tra le fila dell’associazione Santa Maria presso i locali della parrocchia di Intra.

Nel paese natale, dove trascorse i suoi anni giovanili, G. ebbe modo di attendere agli studi medi e superiori. Nel 1911, terminato il suo percorso scolastico, decise di arruolarsi nel corpo della Guardia di finanza e, tra i ranghi della 15ª Compagnia del VI battaglione, fu raggiunto dalla notizia dell’ingresso dell’Italia nel primo conflitto mondiale. Nel corso degli anni di guerra prese parte a diverse operazioni al fronte, distinguendosi per le sue capacità e meritando encomi e una decorazione per il suo valore.

Terminata la guerra, G. percorse la carriera da sottoufficiale che lo portò, nel corso del 1928, a essere promosso al grado apicale di maresciallo maggiore. Fu con questa qualifica che assistette, diversi anni più tardi, allo scoppio del secondo conflitto mondiale, vedendosi richiamato per essere trasferito in Toscana, a capo di un distaccamento inquadrato nella brigata che si trovava di stanza a Marina di Carrara, con compiti di difesa costiera. In questa destinazione, l’8 settembre 1943, egli apprese l’annuncio della firma dell’armistizio di Cassibile con il quale il governo guidato dal maresciallo Pietro Badoglio sanciva la fine delle ostilità con le forze alleate. Vista l’immediata occupazione da parte delle forze tedesche di tutto il territorio che si trovava nella giurisdizione della brigata, G. decise di spostarsi nella vicina Bergiola Foscalina per raggiungere la famiglia, che era stata costretta a sfollare a causa dei violenti bombardamenti che avevano colpito Carrara.

Il 16 settembre del 1944, mentre G. risultava ancora nominalmente alla guida del distaccamento, un soldato tedesco di pattuglia nel territorio di Carrara fu colpito a morte nel corso di un’imboscata che terminò con un violento scontro a fuoco. Il comandante della locale guarnigione tedesca, il maggiore Walter Reder, già responsabile dell’eccidio di Vinca e futuro mandante delle stragi attorno Monte Sole, ordinò a un plotone della 16ª divisione Reichsführer-SS, supportato dalla brigata nera «Mai morti», di condurre un vasto rastrellamento tra la popolazione di Bergiola Foscalina, ritenuta connivente con il movimento resistenziale della zona. L’operazione fu portata a termine senza distinzioni tra uomini, donne, bambini e anziani tanto che, a fine giornata, settantadue civili furono radunati presso la scuola elementare del paese in attesa dell’esecuzione per rappresaglia. Nella lista dei condannati vi furono, tra gli altri, anche la moglie e i due figli di G.

Venuto a conoscenza dei drammatici eventi, G. decise di raggiungere in tutta fretta il luogo e chiese di poter parlare con il comandante della guarnigione tedesca. Posto dinanzi al maggiore Reder, egli chiese di prendere il posto dei civili. Nonostante l’insistenza, la proposta fu a più riprese rifiutata perché contraria alle norme dei comandi tedeschi per la gestione delle rappresaglie che, per mantenere l’ordine pubblico, non permettevano di accettare una simile istanza avanzata da un militare. La spiegazione propostagli dall’ufficiale tedesco lo indusse, come estremo tentativo, a spogliarsi della divisa e a chiedere, in veste da civile, di prendere il posto dei prigionieri.

Frustrato dalla volontà di G., il comandante della guarnigione germanica diede ordine di procedere alla sua fucilazione. Nonostante questo, però, i militi tedeschi non desistettero dal portare a termine la rappresaglia e, chiuse tutte le uscite della scuola comunale, procedettero all’eccidio dei settantadue civili dando fuoco alla struttura e lanciando all’interno diverse bombe a mano.

Alla memoria di G. nel 1957, con decreto presidenziale, fu decretata la medaglia d’oro al valor militare con la qualifica di maresciallo maggiore della Guardia di finanza con la seguente motivazione: «Sottufficiale della guardia di finanza, avvertito che la rappresaglia tedesca si apprestava a mietere vittime innocenti fra la popolazione civile, si presentava al comandante la formazione SS operante offrendo la propria vita pur che fossero salvi gli ostaggi tra i quali la moglie e i figli. Di fronte all’obiezione essere egli un militare, si liberava prontamente della giubba ed offriva il petto alla vendetta nemica. Crivellato dì colpi, precedeva i civili sull’altare del martirio. Bergiola Foscalina di Carrara, 16 settembre 1944».

Onorificenze

Sottufficiale della guardia di finanza, avvertito che la rappresaglia tedesca si apprestava a mietere vittime innocenti fra la popolazione civile, si presentava al comandante la formazione SS operante offrendo la propria vita pur che fossero salvi gli ostaggi tra i quali la moglie e i figli. Di fronte all’obiezione essere egli un militare, si liberava prontamente della giubba ed offriva il petto alla vendetta nemica. Crivellato dì colpi, precedeva i civili sull’altare del martirio. Bergiola Foscalina di Carrara, 16 settembre 1944.

Fonti e bibliografia

  • Isacem, Righini, b. 26, fasc. 4.
  • Giuseppe Barra, Vitina Paesano, Vincenzo Giudice da Eboli a Bergiola Foscalina, Il Saggio, Eboli 2014.
  • Gabriele Di Guglielmo, Nicola Di Guglielmo, Vincenzo Giudice e la strage di Bergiola Foscalina, International Printing, Avellino 2016.

Hanno fatto parte di Gioventù italiana di Azione cattolica anche:

ISACEM – Istituto per la storia dell’Azione cattolica e del movimento cattolico in Italia Paolo VI
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