Martino Abbondio nacque a Capergnanica, piccolo comune in provincia di Cremona, il 5 febbraio del 1925. Cresciuto in un ambiente familiare imperniato su una profonda religiosità, fin da giovanissimo fece parte del circolo Giac attivo nella parrocchia del paese natale.
Successivamente alla notizia della ratifica dell’armistizio di Cassibile il giovane ebbe modo di prendere i primi contatti con il movimento resistenziale che andava costituendosi per opporsi all’occupazione nazifascista. Fu però solo con la promulgazione dei bandi Graziani, che richiamavano tra le fila del nuovo esercito della Rsi anche la sua classe di leva, che si convinse a darsi alla macchia per raggiungere le formazioni partigiane. Nei primi mesi del 1944, dunque, entrò a far parte della 175ª brigata Sap Romeo Guglielmetti, operante nel lodigiano, che era guidata da Armando Bonvini «Barba» e vedeva nel ruolo di commissario politico Giovanni Agosti.
Nel tempo fu protagonista di alcune audaci operazioni di sabotaggio contro le forze nemiche che gli valsero la stima del proprio comandante, che lo volle nella sua scorta personale in occasione di delicate missioni e per le riunioni clandestine con i responsabili del Cln. Il 26 luglio del 1944, durante una vastissima opera di rastrellamento condotta dalla Gnr di Lodi per fiaccare definitivamente le sacche di Resistenza, A. perse la vita nella zona di Zelo Buon Persico mentre, individuato da militi fascisti, tentava di salvarsi con altri partigiani buttandosi nelle acque del fiume Adda, venendo tuttavia raggiunto da una raffica di mitra.