Giuseppe Fossat, detto Beppino, nacque a San Secondo di Pinerolo, piccolo comune in provincia di Torino, il 13 dicembre del 1926 da Bartolomeo e Virginia Picca. Residente con la famiglia nella vicina Miradolo, fin da giovanissimo fece parte del locale circolo Giac «San Giovanni Bosco» prima come aspirante, quindi come socio effettivo. Dopo aver terminato gli studi elementari e medi presso il paese natale, volle iscriversi al liceo a Pinerolo per continuare il percorso scolastico ma ben presto fu costretto a trovare un impiego per poter aiutare le modeste finanze familiari.
Si trovava ancora presso Miradolo quando nel luglio del 1944, a seguito dei bandi della Repubblica sociale italiana emanati dal generale Graziani anche per la sua classe di leva, decise di raggiungere la 1ª divisione autonoma Val Chisone che, al comando del sergente degli alpini Maggiorino Marcellin «Bluter», operava principalmente nell’omonima valle e nella zona pedemontana. Vista la sua giovane età gli venne fin da subito assegnato il ruolo di staffetta e, in alcuni casi, di supporto alle missioni di sabotaggio contro le linee di comunicazione nemiche.
L’11 agosto, mentre disarmato stava tentando di ritornare con alcuni compagni presso l’abitazione della sua famiglia, venne raggiunto e riconosciuto da militi nazifascisti in operazione di rastrellamento. Il giovane, dichiaratosi immediatamente partigiano e rifiutatosi di dare informazioni utili all’individuazione dei responsabili del movimento resistenziale della zona, venne fucilato sul posto e, per le successive due settimane, il suo corpo venne lasciato insepolto a monito verso quanti collaboravano con i ribelli.