Giovanni Muriana nacque a Modica, in provincia di Ragusa, il 16 agosto 1924 da Angelo e Orazia Scucces. Poco sappiamo del suo percorso scolastico e professionale, visto che le informazioni relative al periodo trascorso nella sua città natale si limitano a sottolineare la sua iscrizione come socio al circolo Giac «San Giovanni Bosco», dove nel corso del tempo si distinse per dedizione e serietà, tanto da arrivare a meritarsi la nomina a segretario di associazione.
La notizia della caduta del regime fascista e della successiva ratifica dell’armistizio di Cassibile, che poneva ufficialmente fine alle ostilità con le forze alleate ma lasciava drammaticamente aperto il nodo circa l’atteggiamento da tenere davanti all’ex alleato germanico, lo colsero mentre era allievo ufficiale all’Accademia militare di Modena. Dopo l’8 settembre l’istituto venne chiuso e occupato dalle forze tedesche, che vi stabilirono il comando del presidio militare (Platzkommandantur) e da qui fecero partire un proclama diretto a tutti «i soldati delle disciolte forze armate italiane» affinché si presentassero «entro il giorno 15 ottobre 1943» per essere registrati e spediti in Germania per essere inquadrati nella Wehrmacht.
Non è possibile dare conto della reazione di M. di fronte a questi avvenimenti visto che non sono noti i suoi spostamenti successivi all’occupazione tedesca e le vicende che lo portarono alla scelta partigiana. Quello che la documentazione permette di ricostruire, comunque, è che dal luglio del 1944 entrò tra le fila della 48ª brigata Dante Di Nanni della 14ª divisione Garibaldi Capriolo, per poi passare nei primi mesi dell’anno successivo alla 180ª brigata, formazione che agiva principalmente nella zona della Bassa Langa e che aveva il proprio quartier generale presso Dogliani, in provincia di Cuneo. Assunto il nome di battaglia di «Pinko» e distintosi a più riprese per la sua formazione militare molto apprezzata dai comandanti, fu prima addetto all’intendenza, quindi nominato capo di Stato maggiore di brigata. Fu in questa posizione che, il 23 aprile 1945, nelle giornate che precedettero la definitiva liberazione di Cuneo, cadde durante un combattimento contro un reparto di militi nazifascisti in operazione di rastrellamento, mentre coordinava i suoi uomini per la difesa della sede del comando della formazione. Nel dopoguerra venne insignito di medaglia d’argento al valor militare.