Teresa Loreti nacque a Imola il 21 giugno del 1924 da Ercole e Giovanna Linguerri. Dopo aver atteso agli studi elementari, si iscrisse alla scuola di avviamento professionale al termine della quale trovò impiego presso la Saf (Santerno anonima ferroviaria), che da poco aveva attivato una nuova tratta da Imola a Massa Lombarda. Durante gli anni giovanili si avvicinò agli ambienti del locale oratorio della parrocchia di San Giovanni e, col passare del tempo, decise di iscriversi al circolo della Gf. Fu proprio per la comune militanza all’Azione cattolica che conobbe e si fidanzò con Walter Tampieri con il quale, successivamente, condivise il comune impegno nella lotta di liberazione nazionale.
Dopo aver assistito agli eventi che condussero alla caduta del regime fascista e alla ratifica dell’armistizio di Cassibile con le forze angloamericane già presenti in forze nel territorio della penisola, L. prese immediati contatti con il movimento resistenziale che andava sviluppandosi nell’imolese. Fin dai primi mesi successivi all’8 settembre, quindi, si vide inquadrata nel ruolo di staffetta tra le fila del battaglione Rocco Marabini della brigata Sap Imola-Santerno. La sua attività si legò strettamente a quella di Tampieri con il quale provvide, già nei giorni che seguirono il 25 luglio del 1943, a diffondere volantini di propaganda antifascista. Assicurando alla causa della Resistenza sempre maggiore impegno e dedizione, fu scelta come dattilografa per «La Comune», uno dei tre organi della federazione bolognese del Pci. Il canale di riflessione aperto da questo giornale circa lo sviluppo della lotta armata contro l’occupante nazifascista, l’orientamento politico e sindacale del partito e altre tematiche di natura civile e sociale, fu particolarmente rilevante sia per il numero di uscite (ventidue) sia per la continuità che si riuscì ad assicurare nel tempo (quindicinale dal gennaio al novembre del 1944).
Pur costretta a sfollare dal maggio del 1944 in località Molino della Volta, nei dintorni di Imola, L. continuò a mantenere il proprio posto di collaboratrice nella redazione del periodico, impegnandosi anche a trovare nuovi canali di comunicazione, soprattutto attraverso il suo lavoro presso le ferrovie della Saf, per far giungere la stampa clandestina anche nella vicina valle del Santerno. A seguito dell’arresto di Tampieri, fermato dalla polizia fascista il 24 novembre del 1944, la giovane venne convocata al comando della Gnr perché sospettata di aver collaborato con lui nell’attività di opposizione ai nazifascisti. Sottoposta a un duro interrogatorio durato più di cinque ore, durante il quale venne anche minacciata e percossa, non confessò la sua partecipazione diretta al movimento resistenziale e non rivelò alcuna informazione che potesse essere utile agli aguzzini. Trinceratasi dietro un suo ostinato silenzio, venne rilasciata per insufficienza di prove a suo carico ma da quel giorno vide stringere le maglie del controllo su di lei da parte della polizia fascista. Constatata la sua difficile posizione, fu costretta ad abbandonare il lavoro di dattilografa ma, al contempo, volle entrare a far parte dei Gruppi di difesa della donna e, insieme a Nella Baroncini, si impegnò attivamente per la propaganda antifascista svolta senza sosta nella campagna imolese.
Al termine della guerra, L. venne riconosciuta partigiana combattente nel periodo compreso dal 4 ottobre del 1943 al 14 aprile del 1945.