Quarleri Franco

Immagine: Anpi Voghera
Immagine: Anpi Voghera
Nome: Franco
Cognome: Quarleri
Nome di battaglia: Carli
Luogo di nascita: Voghera
Provincia/stato: Pavia
Data di nascita: 06/03/1920
Luogo di morte: Voghera
Provincia/Stato morte: Pavia
Data di morte: 26/04/1945
Ramo di Azione cattolica:
Partito politico:

Sommario

Note biografiche

Franco Quarleri nacque a Voghera, centro principale dell’Oltrepò pavese, il 6 marzo 1920 da Giuseppe ed Emilia Ragni. Cresciuto in una famiglia di spiccata tradizione cattolica e in un ambiente imperniato di profonda religiosità, fin da ragazzo Q. frequentò l’oratorio tenuto dai Padri Barnabiti e, successivamente, divenne un Aspirante e un socio effettivo del circolo della Giac attivo presso la parrocchia di San Lorenzo della sua città natale. Terminati gli studi elementari e medi, continuò il percorso scolastico ottenendo il diploma di ragioniere e, quindi, s’iscrisse alla Facoltà di Economia e commercio dell’Università degli studi di Genova.

Due mesi dopo l’ingresso dell’Italia nella II Guerra mondiale, Q. venne richiamato sotto le armi per assolvere gli obblighi di leva. Ammesso alla scuola allievi ufficiali di Spoleto, nell’aprile del 1941 venne nominato sottotenente di complemento del servizio di commissariato del regio esercito nel ruolo di sussistenza e inviato, nel luglio successivo, sul fronte russo al seguito del Csir. Nel corso del tempo ebbe modo di condividere con il contingente italiano l’avanzamento delle operazioni nel territorio dell’Unione Sovietica fino a quando, nell’aprile dell’anno successivo, il suo reparto si unì agli altri due corpi d’armata italiani che furono spediti da Mussolini per sostenere la campagna militare e che andarono a formare l’Armir. Nel gennaio del 1943, Q., insieme a larga parte dell’8ª Armata, fu costretto a una precipitosa ritirata dovuta all’offensiva sovietica iniziata nel dicembre dell’anno precedente.

Rientrato in Italia nel maggio del 1943, venne assegnato al deposito militare di Gricignano, in provincia di Caserta. Fu in questa nuova destinazione che, l’8 settembre, venne raggiunto dalla notizia della firma dell’armistizio di Cassibile e, visto il rapido scioglimento dei reparti del regio esercito e il conseguente sbandamento di molti commilitoni, decise di tornare nel paese natale.

Raggiunta Voghera, Q. si vide ben presto richiamato sotto le armi da un bando di reclutamento rivolto agli ex militari da parte della neonata Rsi. Ritenendo ancora valido il giuramento fatto al re e rifiutandosi di rispondere alle richieste di un’autorità che non riteneva legittima, decise di entrare, come rappresentante del Pd’A, nel locale Cln e di raggiungere le formazioni partigiane che andavano organizzandosi sulle montagne intorno alla città, anche per evitare di essere internato in Germania come capitato a diversi soldati che non si erano presentati per servire tra le fila della Repubblica di Salò.

Protagonista di diverse operazioni con il nome di battaglia di «Carli», nel novembre del 1943 gli fu affidata la qualifica di ispettore delle brigate partigiane Giustizia e libertà operanti nella zona dell’Oltrepò pavese e nella Val Trebbia. Nell’adempimento di questa responsabilità, infatti, stilò un documento con il quale intese rappresentare la difficile situazione della III Divisione «Aliotta» a seguito di una vasta campagna di rastrellamenti condotti dai nazifascisti, facendo notare come «il morale degli uomini» risultasse «bassissimo» a causa dell’ostilità della popolazione, in «seguito alle rappresaglie subite». Nel febbraio del 1945 meritò il grado di vice comandante della II Divisione Giustizia e libertà «Masia» che poteva contare su 415 effettivi.

Il 26 aprile, nel corso dei combattimenti che caratterizzarono la fase dell’insurrezione generale, Q. comandò la sua Divisione nel duro scontro per la liberazione della città di Voghera contro le forze fasciste della Gnr guidate dall’ufficiale Arnaldo Romanzi. Nel corso della battaglia, trovatosi alla testa dei suoi uomini, perse la vita in uno scontro a fuoco perché raggiunto da una scarica di mitra, mentre tentava di occupare un sottopassaggio ferroviario nel quale i fascisti si erano asserragliati in un’ultima ed effimera resistenza.

Dopo la sua morte l’Università degli studi di Genova decretò, alla sua memoria, la laurea honoris causa in Economia e commercio. Con decreto presidenziale del 29 aprile 1950, invece, a Q. fu conferita la medaglia d’oro al valor militare con la qualifica di sottotenente di complemento di sussistenza e partigiano combattente con la seguente motivazione: «Giovane entusiasta ed ardito, durante tutta la lotta di liberazione, forniva belle e luminose prove di coraggio nel corso di numerosi combattimenti, raggiungendo nelle file partigiane posizione di responsabilità e di comando. Quando già chiaramente si delineava la sconfitta tedesca, attaccava con decisione una grossa formazione avversaria, precludendole la ritirata, infliggendo forti perdite e facendo numerosi prigionieri. Nell’assaltare gli ultimi ed ostinati nuclei di resistenza, riportava più di una ferita, ma seguendo il suo slancio generoso, proseguiva sino al riparo nemico, abbattendosi sul ciglio conteso dopo avere seminato panico e morte col preciso lancio di bombe a mano. Chiaro esempio di coraggiosa tenacia e di alte virtù militari. Voghera, 25 [sic] aprile 1945».

Onorificenze

Giovane entusiasta ed ardito, durante tutta la lotta di liberazione, forniva belle e luminose prove di coraggio nel corso di numerosi combattimenti, raggiungendo nelle file partigiane posizione di responsabilità e di comando. Quando già chiaramente si delineava la sconfitta tedesca, attaccava con decisione una grossa formazione avversaria, precludendole la ritirata, infliggendo forti perdite e facendo numerosi prigionieri. Nell’assaltare gli ultimi ed ostinati nuclei di resistenza, riportava più di una ferita, ma seguendo il suo slancio generoso, proseguiva sino al riparo nemico, abbattendosi sul ciglio conteso dopo avere seminato panico e morte col preciso lancio di bombe a mano. Chiaro esempio di coraggiosa tenacia e di alte virtù militari. Voghera, 25 [sic] aprile 1945.

Fonti e bibliografia

  • Isacem, Righini, b. 26, fasc. 4.

Hanno fatto parte di Gioventù italiana di Azione cattolica anche:

ISACEM – Istituto per la storia dell’Azione cattolica e del movimento cattolico in Italia Paolo VI
Via Aurelia, 481 – 00165 Roma. Tel. 06.66 27 925 – 06.66 132 443 – info@isacem.it

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