Redento Romano nacque il 12 novembre 1911 a Portole, nell’Istria nordoccidentale, da Antonio, capostazione sulla linea ferroviaria Trieste-Parenzo, originario della vicina Montona, e da Rachele Paoletich. Il padre, rifiutando l’iscrizione al Partito nazionale fascista, fu degradato a cantoniere: scelse il prepensionamento e si trasferì con la famiglia a Umago, sulla costa.
Dopo le scuole elementari frequentate a Portole, R. si spostò a Trieste per iscriversi al liceo classico «Francesco Petrarca» e poi l’Università a Padova, laureandosi prima in Giurisprudenza e poi in Lettere; si mantenne agli studi come supplente nelle scuole elementari. Dopo la laurea lavorò brevemente al Credito italiano, per divenire in seguito insegnante di diritto ed economia negli istituti tecnici «Gian Rinaldo Carli» e «Leonardo da Vinci» di Trieste.
Iniziò la sua militanza nell’Azione cattolica appena giunto a Trieste, nel circolo «Silvio Pellico» della Sgci nella parrocchia di San Vincenzo de’ Paoli. Corrado Belci nel suo libro su Gli uomini di De Gasperi a Trieste sostiene che fosse stato nominato vice del presidente diocesano della Giac Francesco Sferco (in carica dal 1937), ma ciò, dagli archivi consultati, non risulta.
Nel 1934 partecipò come sottotenente di fanteria alla guerra in Africa orientale. Fu richiamato sotto le armi nel 1940 quale capitano comandante un battaglione di guardie di frontiera sul fronte jugoslavo. Dopo l’8 settembre 1943 riuscì a rientrare a Trieste con tutto il suo reparto.
Nel 1944 entrò nella Resistenza occupandosi dell’organizzazione e dell’addestramento della Brigata «Venezia Giulia», una delle tre che costituivano la divisione «Domenico Rossetti», in seguito inquadrata come V Divisione «Osoppo», della quale fu vicecomandante (il comandante era Ernesto Carra, fratello del marito di sua sorella Rosalia). La Brigata «Venezia Giulia» operò a Trieste e nelle immediate vicinanze con azioni di sabotaggio, partecipando all’insurrezione della città il 30 aprile 1945 e ad azioni militari anche nei due giorni precedenti.
R. riorganizzò clandestinamente la brigata «Venezia Giulia» durante l’occupazione jugoslava del maggio-giugno 1945, continuando in seguito la Resistenza italiana in Istria, distribuendo personalmente il periodico del Cln «Il Grido dell’Istria».
Fu responsabile stampa e propaganda della Democrazia cristiana di Trieste e membro della delegazione italiana alla Conferenza di pace di Parigi. Fondò insieme a Giuliano Dell’Antonio, il cui fratello Carlo era caduto nella guerra partigiana, l’agenzia di stampa Astra, creata per tener viva l’attenzione dell’opinione pubblica sulla questione di Trieste, e, con Giusto Nesbeda, l’Associazione sportiva «Libertas». Fu presidente provinciale dell’Opera nazionale maternità e infanzia (Onmi).
Nel 1951 fu eletto segretario provinciale della Democrazia cristiana di Trieste, mantenendo la carica fino al 1957. Fu consigliere comunale e assessore prima alla Pubblica istruzione, poi alla Polizia e all’Annona. Vicino a Scelba e Andreotti, lasciò i suoi incarichi nel 1965 all’ingresso in giunta del Partito socialista.
Morì il 18 dicembre 1972.