Carlo Giraudo nacque a Torre Pellice, piccolo comune in provincia di Torino, il 13 novembre del 1925 da Biagio e Maria Merlo. Fin da giovanissimo fu socio, prima come aspirante e poi come effettivo, del locale circolo Giac «San Martino», avendo modo di conoscere l’allora delegato Aspiranti e futura medaglia d’oro Sergio Toja e altri aderenti che furono protagonisti del movimento resistenziale piemontese come Martino Merotto, Ermanno Rivoira e il coetaneo Renato Geymet.
Quando venne raggiunto dalla notizia della ratifica dell’armistizio di Cassibile G., allora ancora diciassettenne e studente, decise di prendere i primi contatti con il movimento resistenziale che andava costituendosi nella zona, anche sfruttando le amicizie intessute durante gli anni di militanza trascorsi negli ambienti dell’Azione cattolica cittadina. Avuto modo di constatare la durezza dell’occupazione nazifascista, il giovane decise di non indugiare ulteriormente e, seppur ancora non raggiunto ufficialmente dai bandi di reclutamento emessi dal generale Graziani per infoltire le fila del nuovo esercito della Repubblica sociale italiana, divenne partigiano nella 5ª Divisione alpina Giustizia e libertà, poi nominata alla memoria del suo vecchio delegato Aspiranti Toja, che operava nei pressi di Pinerolo e tra le valli Pellice, Germanasca e Angrogna. Vista la sua giovanissima età i compagni di brigata cominciarono a chiamarlo amichevolmente «Carlin» e questo divenne, ben presto, il suo nome di battaglia.
La sua attività clandestina non fu molto prolungata visto che già il 17 febbraio dell’anno successivo, dopo aver partecipato ad alcune operazioni di sabotaggio delle linee di comunicazione nemiche nella zona di Perosa Argentina, il suo gruppo venne raggiunto da un’autocolonna tedesca in operazione di rastrellamento e fu costretto ad affrontare un violento scontro a fuoco. Fu proprio in questa situazione che G., nel tentativo di aprire una via di fuga per i propri compagni, venne raggiunto da una raffica di mitraglia che lo lasciò esanime a terra.