Diego Campana nacque a Pietole, piccolo comune in provincia di Mantova, il 12 maggio del 1913. Trasferitosi quando era ancora molto giovane a Castegnato, vicino a Brescia, fin da subito prese parte alle attività del circolo Giac «Santo Stefano». Nel corso del tempo, vista la sua dedizione e l’impegno rivolto alle attività associative, si vide designato alla carica di presidente parrocchiale e, insieme all’assistente don Mario Cozzoli, diede un grande impulso allo sviluppo dell’Azione cattolica nel paese.
Alla data dell’armistizio si trovava sotto le armi per svolgere il proprio servizio di leva. Lasciata la sua formazione per non essere costretto a servire sotto i tedeschi o vedersi deportato nei campi nazisti, decise di far ritorno a casa e rimanere nascosto per qualche tempo. Presi contatti con il movimento resistenziale che andava organizzandosi nel bresciano, nei primi mesi del 1944 entrò a far parte del Cln di Castegnato e fu designato come comandante di una squadra di partigiani dediti ad atti di sabotaggio.
Il 27 aprile del 1945, durante le operazioni che seguirono la fase dell’insurrezione generale in provincia di Brescia, un’autocolonna tedesca in ritirata si avvicinò a Castegnato. I partigiani rimasti in paese ricevettero l’ordine di nascondersi e di non scontrarsi con il nemico di passaggio, per non scatenare la reazione tedesca contro la popolazione. Per evitare che i civili potessero incorrere in qualche pericolo, C. decise di avvertire quante più famiglie possibili, passando di casa in casa e chiedendo a tutti di non muoversi dalle proprie abitazioni. Individuato in questa attività dalle avanguardie tedesche, venne colpito da una raffica di mitraglia che lo lasciò esanime a terra.