Audio Carassai nacque a Tolentino, in provincia di Macerata, il 21 agosto del 1925 da Giulio e Maria Pararrini. Trascorse gli anni giovanili nel paese natale dove ebbe modo di attendere agli studi elementari e medi, frequentando fin dalla fanciullezza il circolo Giac «San Francesco» attivo presso la basilica di San Nicola e distinguendosi come attore della filodrammatica parrocchiale.
Terminato il percorso scolastico, C. decise di cercare un’occupazione che gli permettesse di contribuire alle modeste finanze familiari e venne assunto come operaio meccanico presso un’azienda locale. Fu in questa occupazione che venne raggiunto dalla notizia della caduta del regime fascista e, successivamente, da quella della ratifica dell’armistizio di Cassibile che poneva ufficialmente fine alle ostilità con gli angloamericani. Al contempo, però, il proclama dell’8 settembre letto dal maresciallo Pietro Badoglio al microfono dell’Eiar, non chiariva i caratteri del rapporto che le forze armate italiane avrebbero dovuto avere con l’ex alleato germanico. I tedeschi, già preparati all’eventualità, si mossero fin da subito per riuscire a occupare tutti i centri nevralgici dell’Italia settentrionale e centrale.
Fu in questo contesto che C., constatata la durezza dell’occupazione nazista e la nascita della Repubblica sociale italiana guidata da Mussolini, decise di intessere i primi contatti con il movimento resistenziale attivo nella zona del maceratese. I bandi di leva emanati da Graziani per la sua classe di leva lo spinsero a prendere una scelta definitiva e ad entrare, il 1° marzo del 1944, tra le fila del battaglione Nicolò della brigata Garibaldi Spartaco che, al comando di Achille Barilatti, operava principalmente a Montalto di Cessapalombo, dove aveva pieno supporto della popolazione locale.
La sua attività clandestina non durò molto visto che venti giorni dopo, durante una vastissima operazione di rastrellamento volta a piegare le sacche di Resistenza attive nelle province meridionali delle Marche condotta dal 1° battaglione M Camicie Nere «IX Settembre», inquadrato nella divisione tedesca Brandenburg, C. venne individuato insieme ai compagni e immediatamente fucilato sul posto, senza regolare processo. Le operazioni della formazione fascista, tristemente note nel dopoguerra per aver dato avvio al cosiddetto «eccidio di Montalto», durarono diverse ore e portarono all’esecuzione di trentuno partigiani e due collaboratori civili.