Ialuna Sebastiano

Sebastiano Ialuna
Immagine: Mausoleo Fosse Ardeatine
Nome: Sebastiano
Cognome: Ialuna
Luogo di nascita: Mineo
Provincia/stato: Catania
Data di nascita: 20/10/1920
Luogo di morte: Roma
Data di morte: 24/03/1944
Ramo di Azione cattolica:

Sommario

Note biografiche

Sebastiano Ialuna nacque a Mineo, comune in provincia di Catania, il 20 ottobre del 1920 da Agrippino e Ignazia Salerno. La sua famiglia, molto numerosa come da tradizione contadina, era dedita alla coltivazione delle terre di proprietà. Nel paese natale attese agli studi elementari ma, per sostenere la famiglia in disagiate condizioni economiche, decise di interrompere il percorso scolastico per aiutare il padre nel lavoro dei campi. Durante questo periodo fu iscritto e prese parte alle attività del circolo Giac Pio XI della parrocchia di San Pietro prima come aspirante, quindi come socio effettivo.

Alla fine del 1940 fu chiamato per assolvere gli obblighi di leva e svolgere il servizio militare. Dopo un breve periodo di formazione, venne assegnato come artigliere al comando di distretto presso Savona. Proprio in questa destinazione si trovava quando venne raggiunto dalla notizia della caduta del regime e, successivamente, da quella della ratifica dell’armistizio di Cassibile che poneva ufficialmente fine alle ostilità con gli angloamericani ma, al contempo, lasciava drammaticamente aperto il nodo circa l’atteggiamento da tenere davanti agli ex alleati germanici. Vista l’ambiguità delle direttive provenienti dagli alti comandi e l’incertezza della posizione dei soldati italiani, il giovane decise di lasciare il proprio posto per non rischiare di cadere nelle mani dei tedeschi ed essere internato nei campi nazisti, e raggiunse il fratello Pietro a Roma.

In attesa di poter far ritorno a casa e per sostenersi nel periodo dell’occupazione nazifascista, vista anche la volontà di non rispondere ai bandi emessi dalla Repubblica sociale, I. venne assunto da un proprietario terriero per lavorare nella sua vigna nella zona di Velletri. Fu durante il periodo trascorso in questo impiego che il giovane, in accordo con il datore di lavoro e con gli altri contadini, si impegnò per tenere nascosto tra i campi un gruppo di soldati inglesi che era riuscito a non farsi individuare dagli apparati di controllo nazifascisti.   Il 7 marzo del 1944, a seguito di delazione, I. e i suoi compagni vennero arrestati perché riconosciuti colpevoli di complicità con i ricercati. Dopo essere stato condotto al carcere di via Tasso, dove dovette subire duri interrogatori e qualche giorno di detenzione, venne spostato al III braccio di Regina Coeli, gestito direttamente dalle forze d’occupazione tedesche. Il 23 marzo successivo trentatré militi della forza d’occupazione tedesca appartenente alla XI Compagnia del III Battaglione Polizeiregiment Bozen vennero uccisi a Roma, in via Rasella, nel corso di un’azione condotta da un Gap della capitale. Immediata fu la reazione del comando nazista che per rappresaglia scelse di condannare a morte dieci italiani per ogni tedesco morto nell’operazione gappista. Tra i 335 nomi che vennero inseriti nella lista ci fu anche quello di I. che, dopo essere stato prelevato dalla sua cella, venne dunque condotto alle Fosse Ardeatine e trucidato insieme agli altri prigionieri. Il suo corpo fu sepolto nel sarcofago numero 300 del sacrario delle Fosse Ardeatine.

Fonti e bibliografia

  • Alessia Glielmi, Il corpo e il nome. Inventario della Commissione tecnica medico-legale per l’identificazione delle vittime delle Fosse Ardeatine, Viella, Roma 2020, p. 128.
  • Isacem, Giac, b. 774, fasc. Iacuzzi-Juvenal.

Hanno fatto parte di Gioventù italiana di Azione cattolica anche:

ISACEM – Istituto per la storia dell’Azione cattolica e del movimento cattolico in Italia Paolo VI
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