Olivetti Vito

Vito Olivetti
Immagine: Il Mattino di Padova
Nome: Vito
Cognome: Olivetti
Luogo di nascita: San Giorgio in Bosco
Provincia/stato: Padova
Data di nascita: 24/06/1925
Luogo di morte: San Giorgio in Bosco
Provincia/Stato morte: Padova
Data di morte: 29/01/2017
Ramo di Azione cattolica:

Sommario

Note biografiche

Vito Olivetti nacque il 24 giugno del 1925 a San Giorgio in Bosco, piccolo comune in provincia di Padova, da Giovanni e Anna Carmella Miotti. Durante gli anni giovanili frequentò le scuole elementari nella vicina Sant’Anna Morosina e, successivamente, venne ammesso alla scuola di formazione professionale Camerini Rossi di Padova, dove, in seguito, conseguì il diploma di disegnatore. Fu durante questo periodo che, dando seguito alla formazione cattolica ricevuta nel contesto familiare, decise di divenire socio del circolo Giac attivo nella parrocchia del paese natale.

Al termine del periodo di formazione scolastica O., che aveva da poco compiuto diciotto anni, venne raggiunto dalla notizia della caduta del regime fascista e, successivamente, da quella della firma dell’armistizio di Cassibile, che poneva ufficialmente fine alle ostilità con gli angloamericani. Il governo e i comandi militari italiani, tuttavia, non sciolsero il nodo riguardante i rapporti da tenere con l’ex alleato germanico presente in forze nel territorio della penisola e, a causa di questa ambiguità e incertezza, le truppe tedesche della Wehrmacht poterono dare avvio all’operazione Achse con la quale, sfruttando la mancanza di direttive e lo sbandamento dei reparti del Regio esercito, riuscirono a occupare tutti i centri nevralgici dell’Italia settentrionale e centrale.

Nel corso dei mesi successivi agli eventi dell’8 settembre, O. ebbe modo di prendere contatti con i primi nuclei del movimento resistenziale che si andavano costituendo nella zona del padovano e, constatata la durezza dell’occupazione tedesca e la nascita della Rsi guidata da Mussolini, decise di impegnarsi attivamente nella lotta di liberazione nazionale, aggregandosi a una squadra della brigata autonoma Damiano Chiesa che operava nella zona del Grappa. Dopo essersi distinto in diversi scontri che la formazione ingaggiò contro le truppe tedesche, nell’aprile del 1944 O. venne promosso al ruolo di comandante di squadra e, il 1° ottobre successivo, gli venne invece assegnato il comando di un distaccamento della brigata.

Nelle difficili giornate di violenti scontri che caratterizzarono la fase dell’insurrezione generale, O. comandò il suo gruppo negli scontri per la liberazione della città di Padova contro le forze nazifasciste. Il 29 aprile, nelle ultime fasi che condussero alla resa nemica, durante un’azione in località Maglio, piccola frazione del comune di Galliera Veneta, il giovane venne ferito gravemente agli occhi a causa di un colpo di mitraglia nemico e perse la vista. Nonostante la menomazione subita, egli continuò a sparare per indicare ai suoi compagni la posizione delle truppe tedesche rimaste, che si erano asserragliate in un caposaldo nel tentativo di condurre una ormai effimera resistenza.

Al termine del combattimento, O. venne ricoverato in ospedale e affidato alle cure dei medici per il danno subito agli occhi. Dopo una lunga degenza, nel giugno del 1948 venne collocato in congedo assoluto come grande invalido di guerra e si stabilì a Bassano del Grappa. Il 18 dicembre dello stesso anno, per decreto dell’allora presidente della Repubblica Luigi Einaudi, ricevette la medaglia d’oro al valor militare con la qualifica di partigiano combattente e la seguente motivazione: «Entrato fin dall’inizio del movimento clandestino di liberazione a far parte delle formazioni partigiane, non conobbe soste e mai dette tregua al nemico. Nei giorni della riscossa si offrì volontario per individuare un appostamento tedesco che ostacolava il transito su una rotabile di grande comunicazione e, seguito da un solo compagno, riusciva a scoprire la casamatta in cemento armato in cui il nemico era annidato. Fatto segno ad intenso fuoco veniva colpito in fronte da un proiettile che gli asportava gli occhi e nonostante la grave ferita ed il dolore cocente continuava a sparare per indicare ai compagni accorsi la direzione dell’appostamento avversario. Brancolando nel buio per la mutilazione subita, si dichiarava fiero di aver offerto la vista per la redenzione della Patria. Zona del Grappa, settembre 1943 – aprile 1945».

Nel 1962 O. fu iscritto nel ruolo d’onore e nominato sottotenente di complemento di fanteria del corpo degli Alpini e nel 1976 fu insignito dell’onorificenza di commendatore dell’ordine al merito della Repubblica italiana. Morì a San Giorgio in Bosco, il paese dove era nato, il 29 gennaio del 2017. Il 1° febbraio successivo il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, appresa la notizia della scomparsa del sottotenente, espresse il suo cordoglio ricordandone «l’insigne figura di uomo e combattente, che ha servito l’Italia con mirabile onore e spirito di sacrificio durante la Resistenza».

Onorificenze

Entrato fin dall’inizio del movimento clandestino di liberazione a far parte delle formazioni partigiane, non conobbe soste e mai dette tregua al nemico. Nei giorni della riscossa si offrì volontario per individuare un appostamento tedesco che ostacolava il transito su una rotabile di grande comunicazione e, seguito da un solo compagno, riusciva a scoprire la casamatta in cemento armato in cui il nemico era annidato. Fatto segno ad intenso fuoco veniva colpito in fronte da un proiettile che gli asportava gli occhi e nonostante la grave ferita ed il dolore cocente continuava a sparare per indicare ai compagni accorsi la direzione dell’appostamento avversario. Brancolando nel buio per la mutilazione subita, si dichiarava fiero di aver offerto la vista per la redenzione della Patria. Zona del Grappa, settembre 1943 – aprile 1945.

Fonti e bibliografia

  • Isacem, Righini, b. 26, fasc. 4.
  • Le medaglie d’oro al valor militare a viventi, Tipografia regionale, Roma 1952, p. 133.

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