Antonio Pepe nacque il 2 agosto del 1921 a Barletta da Luca ed Elvira Lalario. Trasferitosi insieme alla famiglia a Torino, qui si iscrisse fin da giovanissimo al circolo Giac «Auxilium» della parrocchia di Maria Ausiliatrice.
Richiamato sotto le armi per assolvere gli obblighi di leva presso il distretto militare di Torino, dopo pochi mesi venne raggiunto dalla notizia della caduta del regime fascista e, successivamente, da quella della ratifica dell’armistizio di Cassibile che poneva ufficialmente fine alle ostilità con le forze angloamericane già presenti nel territorio della penisola. Dovendo constatare l’ambiguità delle direttive provenienti dai comandi militari italiani, in particolar modo per quanto riguardava il delicato nodo circa l’atteggiamento da tenere davanti all’ex alleato germanico, P. decise di lasciare il proprio reparto per entrare tra le fila del movimento resistenziale.
Presi contatti con i responsabili delle prime formazioni partigiane che si andavano formando nei dintorni del capoluogo piemontese, dal 17 settembre con il nome di battaglia di «Toni» si inserì tra le fila della formazione autonoma «Val di Lanzo», al comando del sottotenente degli alpini Ettore Ruocco, uno dei primi organizzatori della Resistenza in Piemonte e futura medaglia d’oro al valor militare.
Il 9 ottobre del 1943 la Valle di Lanzo, dove operava in prevalenza la banda del giovane, venne fatta oggetto di una vastissima operazione di rastrellamento da parte delle forze nazifasciste nel tentativo di stroncare sul nascere il movimento resistenziale locale. Il gruppo di partigiani, ancora manchevole di una solida organizzazione, non ritenne di essere in grado di sostenere il combattimento e gli uomini di Ruocco decisero quindi di sciogliere le fila per sfuggire ai reparti nemici in azione. Tuttavia, prima di potersi muovere verso Torino, essi vennero attaccati da un reparto tedesco, guidato da un delatore, che riuscì nell’intento di catturare gran parte del raggruppamento. Fu in questo contesto che P., raggiunto mentre tentava di nascondersi insieme a due compagni in una baita a Pian di Ceres, venne catturato e fucilato sul posto da una pattuglia di militi nazisti.