Pierangelo Provera nacque a Casale Monferrato, in provincia di Alessandria, il 18 marzo del 1927. Dopo aver trascorso i primi anni nella città natale, quando era ancora molto giovane la famiglia decise di trasferirsi a Novara a causa degli impegni professionali del padre. Fu proprio in questa città che il giovane si iscrisse al circolo Giac «San Giorgio» prima come aspirante, quindi come socio effettivo.
Nel corso del settembre del 1943, allora ancora sedicenne e iscritto alle scuole superiori, fu raggiunto dalla notizia della firma dell’armistizio di Cassibile che, non chiarendo l’atteggiamento che i militari italiani avrebbero dovuto mantenere davanti all’ex alleato germanico, aprì il campo all’occupazione delle zone strategiche dell’Italia centro-settentrionale da parte della Wehrmacht che non riscontrò un’adeguata e coordinata resistenza. Fu in questo contesto che P., pur potendo contare su una posizione di relativa tranquillità visto che i bandi emanati da Rodolfo Graziani per entrare nel nuovo esercito della Rsi non arrivarono mai a comprendere la sua classe di leva, si mostrò ben presto desideroso di dare il proprio contributo alla causa resistenziale. Presi contatti con i responsabili delle bande partigiane che andavano organizzandosi nei dintorni di Novara, solo nell’autunno del 1944 riuscì a raggiungere le fila della 124ª brigata Pizio Greta della I divisione Fratelli Varalli che era articolata su tre battaglioni, dislocati a Fontaneto d’Agogna, nella zona di Cressa e Suno e in quella di Agrate Conturbia.
Il giovane, al quale venne assegnato dai compagni il nome di battaglia di «Nano», probabilmente a causa della sua giovane età e della sua figura abbastanza esile, veniva sovente designato per i compiti di collegamento tra i reparti della formazione e per scambiare informazioni tra i comandi. Il 10 dicembre 1944, proprio durante una di queste missioni, mentre era nei pressi di Cavaglio d’Agogna fu vittima di un improvviso scontro a fuoco con alcuni militi fascisti che, dopo averlo colpito, si ritirarono lasciandolo esanime a terra.