Bartole Attilio

Attilio Bartole
Immagine: Wikipedia
Nome: Attilio
Cognome: Bartole
Nome di battaglia: Domenico
Luogo di nascita: Pola
Data di nascita: 16/09/1906
Luogo di morte: Modena
Data di morte: 15/02/1997
Ramo di Azione cattolica:
Partito politico:

Sommario

Note biografiche

Nato a Pola, in Istria, all’epoca appartenente all’Impero austro-ungarico, il 16 settembre 1906 da Antonio e Maria Viazzoli, Attilio Bartole si trasferì a Pirano e, dopo aver frequentato a Trieste le scuole reali, militando giovanissimo anche nel Partito popolare, nel 1924 si iscrisse alla Facoltà di Chimica e farmacia dell’Università di Modena, dove la famiglia si era stabilita. Qui entrò in contatto con gli ambienti del circolo «Ludovico Antonio Muratori» della Fuci, che, proprio in quel periodo, viveva una fase di stanca. La presa delle organizzazioni fasciste, che avevano «aspirazioni totalitarie», alimentava, infatti, un clima di «paura», che induceva gli universitari cattolici alla «prudenza», circoscrivendo il raggio delle attività a iniziative più tradizionali. B. fu nel ridotto gruppo fucino che partecipò agli ultimi sussulti di vita del Ppi. Dopo essere stato vicepresidente del circolo nel 1925-‘26, ne assunse la presidenza nel novembre del 1926, restando in carica fino al marzo del 1928, prima di rassegnare le dimissioni, probabilmente in seguito a pressioni fasciste. Conseguita la laurea, nel 1929 «viene diffidato dall’allora segretario fascista Corni a svolgere qualsiasi attività e minacciato di confino». Negli anni ’30, il suo impegno pubblico si limita al coinvolgimento nelle iniziative del Movimento laureati di Azione cattolica. Nel 1943, dopo essersi rifiutato di sottoscrivere il manifesto promosso dal movimento Italia libera per l’«inconciliabilità di vedute» con la componente comunista, B. si attivò nell’opera di salvataggio dei prigionieri inglesi e nei collegamenti con i comandi alleati. Designato nel Cln provinciale dalla Democrazia cristiana, di cui fu tra i promotori a Modena, con il nome di battaglia di «Domenico» fece da tramite per ottenere finanziamenti dal Banco San Geminiano e tentò invano di salvaguardare l’unità della Divisione Modena in seguito alla crisi aperta dalla componente cattolica guidata da Ermanno Gorrieri nel febbraio del 1945. Alla vigilia della liberazione, fu coinvolto nell’operazione per il recupero del radium depositato nell’ospedale del capoluogo e nelle trattative per il salvataggio degli impianti dei principali stabilimenti. Per l’impegno dimostrato in campo organizzativo e informativo ricevette la medaglia di bronzo. Nominato nella Commissione di epurazione istituita dal Cln, fu eletto nel Consiglio comunale di Modena nell’aprile del 1946, rimanendo in carica fino alla primavera dell’anno successivo, quando rassegnò le dimissioni. Sempre nel 1946, come punto di riferimento della tendenza moderata, fu eletto alla segreteria politica della Dc, che mantenne fino al 1948. Alle elezioni del 1948 risultò il primo dei non eletti nella circoscrizione emiliana per la Camera, dove, dopo la morte di Michele Valenti, entrò l’anno successivo, rimanendovi fino al 1972. Nel corso del mandato parlamentare, oltre che dei problemi delle comunità locali, si interessò della legislazione in materia sanitaria e farmaceutica, che rientrava nella sua precedente attività professionale. Sui banchi di Montecitorio, come unico deputato di origina istriana, fu coinvolto nella difesa delle popolazioni di origine italiana del confine orientale. Contrastando le spinte «guerrafondaie» della destra, B. sollecitò il governo a perseguire la via diplomatica delle «trattative con la Jugoslavia», promuovendo nel 1951 il «provvisorio», che poi prese il suo nome, basato sull’allargamento dell’amministrazione alleata nei comuni costieri della zona B del Territorio libero di Trieste, in cambio dell’affidamento al governo di Tito dei centri sloveni dell’altipiano carsico. Fin dalla fondazione, avvenuta nel 1950, partecipò alle attività dell’Istituto per la storia della Resistenza in Modena e provincia.

Morì a Modena il 15 febbraio 1997.

Onorificenze

Tenace assertore della lotta per la libertà, si distingueva per alta capacità nel campo organizzativo ed informativo e per ferma e coraggiosa decisione dimostrata in difficili circostanze. Ricopriva cariche di responsabilità e di comando nel movimento di liberazione del Modenese. Zona di Modena, settembre 1943-aprile 1945.

Fonti e bibliografia

  • Archivio del Centro F.L. Ferrari, Modena.
  • Pietro Alberghi, Le origini della Democrazia Cristiana modenese 1943-1948, Istituto De Gasperi dell’Emilia Romagna, Bologna 1992.
  • Paolo Trionfini, Bartole, Attilio, in M. Losi, F. Montella, C. Silingardi (a cura di), Dizionario storico dell’antifascismo modenese, vol. II, Biografie, Unicopli, Milano 2012, pp. 47-48.

Hanno fatto parte di Movimento laureati di Azione cattolica anche:

ISACEM – Istituto per la storia dell’Azione cattolica e del movimento cattolico in Italia Paolo VI
Via Aurelia, 481 – 00165 Roma. Tel. 06.66 27 925 – 06.66 132 443 – info@isacem.it

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