Antonio Provini nacque a Groppoducale, piccola frazione del comune di Bettola in provincia di Piacenza, il 24 dicembre del 1923 da Giuseppe e Rosa Allegri. Cresciuto in una famiglia di modeste condizioni economiche, fin da giovanissimo si avvicinò agli ambienti dell’associazionismo cattolico e, ben presto, si iscrisse al circolo Giac «San Terenziano» del paese natale. Terminato il percorso scolastico, decise di dedicarsi alla carriera militare, arruolandosi come volontario nella Regia aeronautica e rimanendo in servizio fino all’8 settembre del 1943. Nelle giornate che seguirono l’annuncio della ratifica dell’armistizio di Cassibile, P. si trovò a dover constatare la grande confusione creatasi tra i reparti italiani a causa della mancanza di direttive chiare da parte dei comandi militari e, temendo di essere catturato per essere deportato nei campi in Germania, si rifugiò per diverso tempo presso i familiari, iniziando a prendere i primi contatti con i responsabili del movimento resistenziale che andava organizzandosi nel piacentino.
Nonostante questa immediata volontà di opporsi all’occupazione nazifascista, il giovane prese la decisione di entrare nella Resistenza solo nell’estate del 1944, spinto anche dalla necessità di non rispondere ai bandi emanati dal generale Graziani. Il 5 luglio entrò dunque ufficialmente tra le fila della 141ª brigata Castagnetti della divisione partigiana Val d’Arda, operante principalmente tra la Valchiavenna e la sponda destra del fiume Chero. Assunto il nome di battaglia di «Caio Secondo», partecipò a diverse operazioni di guerriglia armata contro gli occupanti e si distinse per la spiccata preparazione militare. Il 4 dicembre del 1944 la sua formazione cadde in un’imboscata organizzata da una colonna appiedata tedesca della divisione Turkestan nei pressi del passo dei Guselli, valico dell’Appennino ligure situato nel comune di Morfasso, durante le grandi operazioni di rastrellamento che vennero condotte dalle forze nazifasciste nell’inverno di quell’anno per stroncare definitivamente l’opposizione partigiana. Nel violento scontro a fuoco che ne seguì oltre a P., che venne colpito mortalmente quasi immediatamente da una mitragliatrice nemica, persero la vita ventiquattro partigiani e ne furono catturati altri dieci.